LA DESTINAZIONE D'USO DELL'UNITA' IMMOBILIARE LA RICAVIAMO DAL DPR 412/93 => IN BASE ALLA CATEGORIA CATASTALE CHE A SUA VOLTA DOVREBBE ESSERE COERENTE CON LA DESTINAZIONE URBANISTICA E IN BASE ALL'UTILIZZO DELLA U.I.
MA MOLTE VOLTE NON E' COSI' !
SE AD ESEMPIO AVESSIMO UN A/10 (UFFICI) UTILIZZATO COME ABITAZIONE
OPPURE UN LOCALE AL PT ACCATASTATO COME C/1 - C/2 ED UTILIZZATO COME ABITAZIONE
COME BISOGNA COMPORTARSI IN TALI CASI ?
DESTINAZIONE D'USO DIVERSA DALLA SITUAZIONE REALE
Moderatore: Edilclima
Re: DESTINAZIONE D'USO DIVERSA DALLA SITUAZIONE REALE
Credo non esista altra strada che chiedere al proprietario di provvedere all'adeguamento delle categorie catastali allo stato di fatto, prima di poter procedere con la certificazione. Del resto, prescindendo da questioni di carattere puramente catastale, come si può certificare correttamente un edificio, o parti di esso, quando, sulla base delle destinazioni d'uso cambiano, tra l'altro, anche le unità di misura degli indici di prestazione energetica (kWh/m²a per il residenziale, kWh/m3a per le altre tipologie)?
Re: DESTINAZIONE D'USO DIVERSA DALLA SITUAZIONE REALE
non sono d'accordo.... quello che il certificatore deve fare è redigere un attestato energetico che a partire dalla destinazione d'uso catastale (e non quella reale), dalle stratigrafie dei muri, dall'impianto esistente ecc, ecc porta ad un valore, poi se lui ci abita o lo usa veramente come ufficio ma gli piace ammobiliarlo come casa quelli non sono affari del professionista ma cosomai della polizia municipale e del competente ufficio comunale o catastale.
detto questo non penso manchi nessun dato per fare il certificato
un problema simile io l'ho avuto con un sottotetto che risultava come locale soffitta non abitabile e non riscaldato, quindi alla stregua di ripostigli e vani accessori, a cui si accedeva oltretutto solo dal vano scala condominiale.... in quel caso il proprietario ci aveva installato dei termosifoni, ma per me è rimasto sottotetto non abitabile, quindi lo considerato zona non riscaldata.
detto questo non penso manchi nessun dato per fare il certificato
un problema simile io l'ho avuto con un sottotetto che risultava come locale soffitta non abitabile e non riscaldato, quindi alla stregua di ripostigli e vani accessori, a cui si accedeva oltretutto solo dal vano scala condominiale.... in quel caso il proprietario ci aveva installato dei termosifoni, ma per me è rimasto sottotetto non abitabile, quindi lo considerato zona non riscaldata.
Re: DESTINAZIONE D'USO DIVERSA DALLA SITUAZIONE REALE
Con tutto il rispetto per l'opinione espressa da lucabia77, io personalmente non firmerei una certificazione energetica nelle condizioni indicate dal primo post. Ribadisco, prima ancora che per ragioni di legittimità formale, trattandosi di diversa destinazione d'uso, perchè otterrei con tutta probabilità indici di prestazione energetica differenti, e quindi classi differenti.
Non so in quale regione si trova l'edificio in oggetto. Le norme che valgono in regione Lombardia prevedono che:
"...E’ dunque posta in carico al Soggetto certificatore la responsabilità di produrre un attestato di certificazione
energetica corrispondente allo stato di fatto dell’edificio oggetto di certificazione.
Al fine di favorire l’integrazione tra catasto energetico “CENED” e catasto fabbricati e verificare la congruità
dei dati in essi depositati, è fatto obbligo per il Soggetto certificatore specificare, in fase di registrazione
dell’attestato di certificazione energetica, l’effettiva destinazione d’uso dell’edificio in funzione di quanto
indicato all’art.3 del Decreto del Presidente della Repubblica 412/93 e la rispettiva categoria catastale.
Nell’Allegato 1 si riporta la tabella delle corrispondenze tra categoria catastale e destinazione d’uso."
Tenendo conto che, sempre in Regione Lombardia, sono previste sanzioni per "...il soggetto certificatore accreditato che redige l'attestato di certificazione energetica degli edifici in modo non conforme alle modalità individuate dalla Giunta Regionale..." , direi che la cosa non è da prendere alla leggera.
Non so in quale regione si trova l'edificio in oggetto. Le norme che valgono in regione Lombardia prevedono che:
"...E’ dunque posta in carico al Soggetto certificatore la responsabilità di produrre un attestato di certificazione
energetica corrispondente allo stato di fatto dell’edificio oggetto di certificazione.
Al fine di favorire l’integrazione tra catasto energetico “CENED” e catasto fabbricati e verificare la congruità
dei dati in essi depositati, è fatto obbligo per il Soggetto certificatore specificare, in fase di registrazione
dell’attestato di certificazione energetica, l’effettiva destinazione d’uso dell’edificio in funzione di quanto
indicato all’art.3 del Decreto del Presidente della Repubblica 412/93 e la rispettiva categoria catastale.
Nell’Allegato 1 si riporta la tabella delle corrispondenze tra categoria catastale e destinazione d’uso."
Tenendo conto che, sempre in Regione Lombardia, sono previste sanzioni per "...il soggetto certificatore accreditato che redige l'attestato di certificazione energetica degli edifici in modo non conforme alle modalità individuate dalla Giunta Regionale..." , direi che la cosa non è da prendere alla leggera.
Re: DESTINAZIONE D'USO DIVERSA DALLA SITUAZIONE REALE
se la vostra legge regionale lo prevede, affidando quindi al certificatore anche l'incarico di controllore degli abusi (poichè di questo si trata, una UI accatastata come ufficio ma usata come abitazione è un abuso perseguibile e difficilmente viene permesso il cambio di destinazione d'uso, perlomeno parlo per le mie zone) hai ragione in pieno!
Re: DESTINAZIONE D'USO DIVERSA DALLA SITUAZIONE REALE
quoto
ma solo in quel caso che la regione lo abbia scritto
in liguria per es. certifico ciò che vedo....
di catasto non sono nemmeno competente e non devo esserlo
ma solo in quel caso che la regione lo abbia scritto
in liguria per es. certifico ciò che vedo....
di catasto non sono nemmeno competente e non devo esserlo
Re: DESTINAZIONE D'USO DIVERSA DALLA SITUAZIONE REALE
Oltre al fatto che spesso le destinazioni catastali poco hanno a che fare con le categorie del DPR 412.